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E' doveroso premettere che l'ingresso nelle gallerie e la ricerca di minerali nel sito e' attualmente vietata, anche nelle discariche esterne. Le informazioni in seguito fornite hanno quindi unicamente un carattere descrittivo, didattico e storico. Inoltre, la ricerca di minerali e' regolata in Piemonte da una legge regionale, alle quale e' scrupolosamente necessario attenersi !
Oggi le visite al geoparco del sito minerario sono possibili grazie ad iniziative del Comune di Traversella, al quale ci si puo' rivolgere per ottenere ulteriori informazioni.
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Queste coltivazioni sono antiche quanto quelle di Brosso, infatti già nel tempo feudale questo giacimento veniva coltivato dalle famiglie locali. Ogni famiglia aveva il suo "croso" (buco dal quale estraevano il minerale). ! Curiosità storica: se il figlio maschio sposava una ragazza non del paese perdeva il diritto di escavazione.
A trasportare il minerale erano solitamente le donne e i ragazzi, che con enorme fatica lo portavano fuori dai "crosi" per ammucchiarlo nel piazzale. ! Curiosità storica: questo ferro veniva anche utilizzato per la costruzione dei "mortaretti", una sorta di ceppi in ghisa con un buco centrale e un piccolo forellino al lato della base. Veniva riempito di polvere nera e innescato con la fiamma facendo così esplodere la carica. Servivano nelle feste e generalmente si facevano brillare le cariche dalla sommità del campanile.
Con l'andar del tempo le piccole imprese legate all'attivita' mineraria scomparvero, anche perche' il minerale in media profondità era diventato scarso e non riusciva più a soddisfare le esigenze della popolazione.
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Si scavarono nuovi livelli e si ampliò il tunnel del Livello 779 Anglosarda dove esistevano alcune coltivazioni
chiamate Bertolino e si costruì il grande ascensore alto circa cento metri che portava il materiale fino al livello 890 sul piazzale Bracco Giorgio, da dove veniva inviato al frantoio e alle separatrici magnetiche. In questo modo si poterono ampliare tutti i vari livelli (cinque in tutto più un livello superiore denominato 913 che non era servito dall'ascensore).
Questa miniera è piuttosto complessa pertanto sarà utile cominciare dal livello più basso per risalirne idealmente dall' interno i livelli superiori.
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Questo livello comincia dall'ingresso principale. Entrando nella lunghissima galleria e proseguendo verso nord, sulla sinistra scorre il canale di scolo della miniera e la galleria è molto ampia e ben sagomata. Giunti a circa un terzo della sua lunghezza, sulla destra vi è una traversa che continua parallela alla galleria principale, mentre sulla sinistra si apre la prima coltivazione Bertolino. |
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In questo punto sono presenti centinature in ferro , poichè qui la galleria attraversa una faglia con fratture. Lasciati gli ascensori e ritornando idealmente nella galleria principale, possiamo trovare sulla sinistra altre coltivazioni Bertolino. Anche queste sono servite da ripiena e pertanto non risultano ritrovamenti interessanti. Proseguendo oltre, la galleria si fa leggermente più stretta e più bassa . |
Arrivati appena oltre questo punto, sulla destra si aprono diverse traverse mentre la galleria principale prosegue ancora per circa sessanta metri, per poi arrestarsi. Sulla destra si aprono ancora traverse, una di queste dopo qualche deviazione, arriva alla base delle scale che portano al livello 826.
Da qui parte una galleria, sulla destra della quale si apre verso l'alto una enorme coltivazione, con mineralizzazione di quarzo, dove sono stati trovati bellissimi geodini di quarzo ialino formati da piccolissimi aghi spesso associati ad ankerite e dolomite. Costeggiando questa coltivazione sulla sinistra, sono presenti sulle pareti molte fratture contenenti geodi di media e piccola grandezza. Come vedremo in seguito, sulla parte alta di questa coltivazione vi è l'accesso per la salita al livello superiore( 860 Bertolino).
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Proseguendo per circa cinquanta metri questo tunnel, si incontra una piccola traversa che porta agli ascensori. Poco prima di arrivare a questa piccola coltivazione c'è un pozzo verso l'alto, praticamente inaccessibile nel quale si puo' notare una piccola colata di malachite. Proseguendo oltre, la galleria si restringe passando per una faglia talcosa. Centine in ferro deformate dalla pressione della roccia dimostrano la pericolosita' di questa zona. In questo punto sono stati ritrovati bellissimi cristalli di scheelite. Proseguendo, troviamo una tubatura in plastica che serve a far defluire l'acqua da questa zona di frana e, dopo circa cinquanta metri sulla sinistra, lo sbocco di un pozzo. Nelle macerie a terra sono state trovate bellissime piastrine di dolomite associata ad ankerite arancione. Giunti al fondo della galleria, si profila verso l'alto un pozzo sulla sinistra una traversa chiusa e sulla destra una traversa a ribasso dove si incanala l'acqua del ruscelletto. Questo è l'ultimo tratto del ribasso Montgenet. Proprio alla confluenza di queste diramazioni vi è una zona di slittamento , dove sono stati trovati bellissimi cristalli di apofillite trasparentissimi. Risalendo il pozzo verso l'alto si entra in una vecchia zona a quota 840 (intermedia), sotto la frana del Riondello naturalmente riscavata e denominata cava grande nuova. |
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Proseguendo e mantenendo la galleria principale, si giunge a una lunga traversa sulla sinistra. Ancora avanti, si giunge ad un piccolo laghetto sulla destra del quale sale un piano inclinato ripido al termine del quale ci si trova a quota 870 dietro le uscite Bracco Giorgio denominate A-B-C. In questa zona e in quella precedente sono stati trovati grandi cristalli di pirite con parvenza ramata e molto fragili . Tornando al punto iniziale esplorando il tragitto questa volta verso nord, seguendo sempre la galleria principale dopo una trentina di metri sulla destra si incontra una traversa che ritorna indietro. Proprio in questo punto, nella parete divisoria delle due gallerie, si è aperto un geode di dimensioni notevoli dal quale sono usciti dei pezzi veramente spettacolari: noduli di marcasite grandi quanto un palmo di mano, galena lucentissima, campioni con associati calcite, pirite, dolomite, quarzo, ankerite .
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Proseguendo per la galleria principale, si giunge alla Seconda Massa Ferriere ( la Prima Massa Ferriere è quasi invisibile a causa di frane). Questa zona non e' nota per grandi mineralizzazioni. Qui parte un pozzo verso il basso che scende direttamente al Livello 779. Si giunge ad un bivio che in ambedue le direzioni riconduce alla galleria principale ( siamo giunti alla Terza Massa Ferriere), dove sono stati trovati bei cristalli di magnetite e qualche geode di quarzo. In fondo a questo ramo vi e' la Quarta Massa Ferriere e verso il fondo ci sono parecchie le traverse, perlopiu' cieche, ma una di esse offre la possibilità di risalita. Proprio in questa risalita che termina con un pozzo che raggiunge il livello 860, sono state ritrovate placche di incomparabile bellezza con quarzo, pirite, dolomite, ankerite e altri minerali accessori non catalogati. Il livello 826 è senza dubbio il più lungo di tutto il Complesso, e forse il più ricco di mineralizzazioni.
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Verra' descritto per primo il percorso in direzione sud, dove si puo' notare sulla sinistra un pozzo in salita, che conduce al livello 890. Poco oltre questo pozzo una frana della galleria impedisce il passaggio; se non vi fosse questo intoppo si giungerebbe agli ascensori. Sulla destra vi e' muro a mattoni che era un'altra riservetta per l'esplosivo. |
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