Quando raccontiamo a qualcuno della nostra passione per la ricerca di minerali, la battuta che regolarmente ci viene proposta e' ... "vai a cercare l'oro" ?  Spesso vorrebbe essere solo una battuta spiritosa, ma nella maggior parte dei casi chi la fa, non immagina che in Piemonte l'oro si puo' trovare davvero. E' la regione Italiana probabilmente piu' ricca di questo minerale. Lo sfruttamento delle zone aurifere e' probabilmente iniziato gia' in epoca pre-Cristiana, da parte delle antiche popolazioni che migrarono attraverso il Piemonte. Di certo in epoca romana era gia' sfruttato il giacimento della Bessa, nel Biellese.

 Una notevole attivita' di sfruttamento delle risorse minerarie si e' svolta nei secoli anche nella Valle Anzasca e nella zona intorno ad Alagna Valsesia.  Molte leggende non confermate da ritrovamenti scientifici, citerebbero vari giacimenti nella Val di Susa. 

In Piemonte la ricerca dell'oro nei fiumi e' tutt'ora uno degli hobby preferiti di molti appassionati che si riuniscono in diverse associazioni.

 

 Due parole sull'oro.....

Si presenta in granuli, in pagliuzze dentro il quarzo o in masserelle arrotondate che prendono il nome di pepite. Raramente si ritrova con una forma cristallina propria se si eccettuano alcuni ritrovamenti di piccoli cristalli di oro cubici e ottaedrici. Il colore è giallo brillante, mai offuscato da patine superficiali perchè questo metallo è  inattaccabile dagli agenti atmosferici e dagli acidi. E' duttile e malleabile, opaco e con una viva lucentezza metallica. E' un ottimo conduttore di elettricità. Il colore è giallo con toni variabili a seconda delle impurità contenute.  L'oro nativo si forma in filoni idrotermali di alta temperatura legati a rocce magmatiche acide. 

 

 

 

Piu' di frequente l'oro viene ricavato da quelli che si chiamano "placers", particolari concentrazioni di origine sedimentaria che si generano per disgregazione e trasporto dei minerali costituenti i filoni auriferi. Le particelle di oro, essendo indistruttibili, si concentrano nelle rocce detritiche come le ghiaie e le sabbie fluviali. Le più importanti concentrazioni di oro sono quindi di origine sedimentaria. 
Le sue particolari caratteristiche  ne hanno consentito un ampio utilizzo in gioielleria e nella costruzione di strumentazioni elettroniche e scientifiche.
La purezza dell'oro è misurata in Carati. 24 K corrisponde all'oro puro, ossia 1000 parti su 1000 di oro. Una lega contenente 750 parti su mille di oro viene contrassegnata con 18 K. 500/1000 corrisponde invece a 12 K.

Fiumi e torrenti "dorati" in Piemonte

 

Torrente Chiusella (*)

Torrente Gallenga (*)

Torrente Orco(****)

Torrente Malesna (**)
Fiume Dora Baltea.(**) Torrente Elvo (***) Torrente Lobbia (**) Torrente Cervo(***)

 

Il giacimento morenico della Bessa.

 

L'antico giacimento aurifero della Bessa, e' situato alla base delle pendici meridionali del Mombarone (Alpi Biellesi) in quello che e' oggi l'omonimo parco. Si formò per l'azione di erosione e risedimentazione dei corsi d’acqua dei depositi morenici. La ricca quantita' d'oro che era presente nella zona nel passato, fu trasportatata dalla Val d'Ayas per l'espansione dei ghiacciai valdostani che inizio' circa un milione di anni orsono e che raggiungendo la Pianura nord-occidentale del Piemonte, diede origine all'anfiteatro morenico di Ivrea.
La successiva erosione dei depositi alluvionali, che si genero' a causa della rete di torrenti che si formarono alla fine dell'era glaciale, creo' delle concentrazioni di quell'oro che era gia' presente nei detriti in forma dispersa.
Lo sfruttamento del giacimento inizio' in epoca precristiana da parte di quelle popolazioni che migrarono attraverso il Piemonte, come sembrano dimostrare i numerosi resti archeologici che stanno venendo alla luce nella zona e gli oggetti d'oro ritrovati nel villaggio palafittico (di circa 5-6 secoli  avanti Cristo) del vicino lago di Viverone. Notizie certe  ci arrivano pero' solamente in epoca Romana, quando intorno al 140 a.C. Appio Claudio, conquisto' militarmente la zona, iniziando quindi l'epoca dello sfruttamento Romano del giacimento. Alcuni documenti di Plinio, farebbero pensare che in alcune fasi dello sfruttamento  fossero impiegate nell'attivita' mineraria addirittura 5.000 persone.
L'attivita' consisteva prevalentemente nel lavaggio dei ciottoli, per separare poi dalle sabbie di lavatura le particelle d'oro. L'oro della Bessa si presenta sia in forma di lamelle che di granuli, a dimostrazione di come parte del metallo non sia stato trasportato dall'acqua dei torrenti, ma direttamente dal movimento dei ghiacciai.

 

 

 

 

 

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